Una conversazione con l'artista Coco Capitán, chiamata a personalizzare accessori e capi ready-to-wear della nuova collezione Autunno Inverno 2017.
#CocoCapitanWriting: come ti è venuta l'idea, la consideri parte della tua poetica?
Scrivo da sempre, è parte integrante del mio processo creativo. Così come le frasi memorabili, credo che le parole siano importanti e, se messe insieme nel giusto ordine, sono in grado di dar vita a un capolavoro linguistico simile a un dipinto. La chiamano poesia, ma io preferisco non usare questo termine, perché la poesia sembra essere appannaggio di poeti e intellettuali. Ciò che mi affascina veramente è la naturalezza con cui le persone si esprimono, le frasi impiegate nelle pubblicità, gli slogan di propaganda, il modo di comunicare dei bambini quando non hanno ancora pienamente sviluppato le loro potenzialità linguistiche e, in particolare, il modo in cui le persone che non parlano correntemente una lingua riescono a esprimere emozioni molto complesse con un vocabolario limitato e strutture grammaticali non corrette.
Raccontaci i tuoi inizi, c'è stato un particolare evento nella tua vita che ha segnato la tua professione?
In realtà è stata un'evoluzione naturale: da quando ho imparato a scrivere appunto tutto sui miei quaderni. Ho sempre avuto passatempi démodé e ai videogiochi ho sempre preferito il disegno e la scrittura. Le prime frasi che ho scritto da bambina erano piuttosto assurde: "El pollo mira la choza" (traducibile con "Il pollo osserva la capanna") e anche "El muñeco feo se peina" (traducibile con "Il pupazzo brutto si pettina"); sul quaderno scrivevo come fossero mantra le stesse frasi, associandole alle relative illustrazioni. Poi, durante l'adolescenza, ho iniziato a scrivere di più e più consapevolmente, non ero ironica come ora e il tono era più personale e poetico. Così ho deciso di rendere le mie riflessioni più concise, per arrivare più rapidamente alle persone. Con l'avvento di internet, in particolare di Instagram, sono stata principalmente riconosciuta come fotografa, e ritenevo che mancasse qualcosa nella narrazione delle mie opere. Per questo ho deciso di trasformare la mia scrittura in qualcosa di visivo. La mia filosofia si può riassumere nella frase: "Dipingo con le parole", nel senso che riesco a rendere a parole un'immagine senza averla vista.
"Common sense is not that common" e "What are we going to do with all this future?" sono i due slogan del progetto #GucciArtWall a Milano e a New York. Quale storia si cela dietro queste frasi e come sono nate?
Dietro queste frasi c'è sempre una storia, ma non ho mai avuto la presunzione di proporre qualcosa di interessante; quando mi trovo in una situazione stressante o paradossale pensieri come questi affiorano spontaneamente.
Per esempio, la frase "I want to go back to beliving a story" (Voglio tornare a credere a una storia), riguarda la disillusione della crescita e la visione infantile di un mondo immaginario in cui nulla di male può accadere. Purtroppo, crescendo ho capito che in realtà tutto può accadere a chiunque e in qualsiasi momento, da qui il motto "Voglio tornare a credere a una storia".
E invece riguardo al motto "What are we going to do with all this future?" (Cosa ne faremo di tutto questo futuro)? Ero in vacanza in Costa Rica con la mia compagna Frances e, poiché con me ho sempre un quaderno, ho pensato di scrivere qualcosa di rappresentativo per l'arrivo del nuovo anno. Mi fa sorridere il fatto che ognuno guardi al futuro in maniera fiduciosa, quando in realtà la vita è in continua evoluzione e non abbiamo nessun controllo sul nostro avvenire. Così ho riposto alla mia domanda con un'altra domanda: "Cosa ne farà tutto questo futuro di noi?".
Il motto "Common sense is not that common" (Il senso comune non è così comune) riguarda l'angoscia quotidiana; per me ci sono cose talmente ovvie che vorrei fossero ovvie anche per gli altri ma che non lo sono. È una forma di pensiero filosofico, probabilmente qualcuno lo ha persino già espresso in passato... Ma adoro arrivare a queste conclusioni e constatare che molte persone la pensano allo stesso modo.
Com'è stato collaborare con Alessandro Michele, condividete la stessa visione creativa?
Alessandro è straordinario, è stato un enorme privilegio aver collaborato con lui al Fashion Show Gucci Cruise 2016 di New York. Per l'occasione ho realizzato alcuni scatti della città da diversi punti di vista, pubblicati sull'account Instagram di Gucci. Alessandro mi ha sostenuta e al contempo incoraggiata, suggerendomi nuove prospettive che fino ad allora non avevo considerato. Abbiamo imparato molto l'uno dall'altra e ne sono molto felice.
Parlaci della collaborazione con A Mag Curated By Alessandro Michele.
Alessandro Michele mi ha dato carta bianca, voleva che viaggiassi ed esplorassi i luoghi italiani a lui cari; il mio unico compito era fotografare secondo il mio punto di vista. Insieme a Dan Thawley, Editor-in-Chief di A Magazine Curated By Alessandro Michele, è stato lui a stabilire l'itinerario da seguire e i due mi hanno poi proposto di visitare i luoghi assieme alla mia compagna, in totale relax. Al ritorno dal viaggio, mi sono resa conto di aver scritto molto, quindi abbiamo deciso di accompagnare gli scatti con alcune didascalie.
Com'è stato esporre le tue opere a Pechino, quali emozioni ti suscita la città?
È stata un'esperienza unica e al contempo impegnativa. Al termine del mio viaggio in Asia, durato circa quattro anni, ho pubblicato gli scatti e gli appunti nella raccolta "Middle Point Between My HOUSE and China". I due progetti presentano molte somiglianze, in entrambi i casi ad esempio ho sempre portato con me soltanto macchina fotografica e quaderno. Per questo motivo, la mostra A Mag Curated By rappresenta l'ultimo capitolo del mio viaggio in Cina.
Cosa pensi del tema "female gaze" e di far parte del gruppo di giovani fotografe che hanno offerto un nuovo sguardo sulla moda? Sapresti definire questo nuovo panorama estetico che si sta delineando?
Sono attenta al tema e al nuovo panorama estetico, ma ciò che conta per me è rendere la fotografia più variegata, accessibile e interessante.
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